martedì 26 luglio 2011

Rifiuti: tre arresti in Abruzzo, tra cui sindaco Pd e coordinatore Api


I TRE SONO TUTTI AGLI ARRESTI DOMICILIARI
ore 10:32 -

PESCARA - Ancora una indagine sui rifiuti che tocca il mondo della politica. Questa volta in Abruzzo, dove questa mattina all'alba il Corpo forestale di Pescara, coordinato dalla Procura del capoluogo abruzzes, ha proceduto all'arresto di tre persone, accusate di vari reati nell'ambito del trattamento dei rifiuti. SI tratta di Marino Roselli, ex presidente del Consiglio Regionale, quando era in quota Pd, ed ora coordinatore regionale per l'Api; di Franco Ranghelli, sindaco di Spoltore (Pescara) eletto nelle file del Pd; di Luciano Vernamonte, vicepresidente della società Ambiente Spa, che si occupa appunto di rifiuti.
Le accuse a carico dei tre sono di associazione per delinquere, corruzione, falso ideologico e abuso d'ufficio. Per questo il Pm ha chiesto ed ottenuto per tutti gli arresti domiciliari.
Ma l'indagine, che va avanti da un anno e mezzo, non finisce qui. Ci sono diversi altri indagati, di cui la magistratura sta ancora valutando le singole posizioni.

di Antonio Rispoli

Riproduzione riservata ©

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Inchiesta LA CASTA A TAVOLA.....

Pranzo di lusso: sette euro di Emiliano Fittipaldi

Risotto con rombo: 3,34 euro.
Carpaccio di filetto: 2,76.
Dolce: 1,74.
Il tutto di servito da camerieri in livrea.
E' il ristorante del Senato.
Terza puntata delle confessioni all'Espresso del parlamentare Carlo Monai:
dove non ci parla solo di cibo ma anche di mutui superagevolati, di terme e di massaggi shiatsu a spese del contribuente

(20 luglio 2011)
Carlo Monai, il deputato dell'Idv che ha deciso di raccontare tutti i privilegi della Casta, continua a stupirci.

Racconta che a Montecitorio e Palazzo Madama arrivano ogni giorno inviti per mostre, happening vari, sfilate di moda.
Il cibo si paga? «Dipende.
Il bar della bouvette è in linea con i prezzi di mercato.
Il ristorante, invece, no.
Ci costa in media 15 euro, ma la tavola è apparecchiata come un tre stelle Michelin, i camerieri sono in livrea, lo chef è bravo e prepara piatti di grande qualità.
Io cerco di non appesantirmi, e ci vado raramente.
L'unico appunto», chiosa sorridendo,
«riguarda la cantina: ci sono ottimi vini, ma nessuna bottiglia friulana».

Al Senato si può mangiare uno spaghetto alle alici a 1,60 euro,
un carpaccio di filetto a 2,76 euro,
un pescespada alla griglia a 3,55 euro.
Prezzi ridicoli.
«Anche in consiglio regionale c'era un buon self service.
Primo, secondo, caffè e frutta a 10 euro».
Pure uno shampoo costa poco:
la nostra guida è un frequentatore della mitica barberia della Camera,
dove un taglio costa 18 euro (al Senato, invece, è gratis).
«In questo caso, credo che sia un servizio da conservare:
consente al parlamentare di avere sempre un aspetto dignitoso,
anche quando arriva il martedì con i capelli spettinati».

Ma i servizi dedicati ai politici non finiscono qui.
Dentro Montecitorio c'è uno sportello del Banco di Napoli, diventato famoso perché il consigliere Marco Milanese ha movimentato, su un conto dell'agenzia Montecitorio, qualcosa come 1,8 milioni di euro in pochi anni.
Non è il solo ad aver aperto un conto lì, visto che gli onorevoli possono approfittare di tassi agevolati per mutui e prestiti.

Precisa Monai: «Molti usano la diaria non per affittare la casa a Roma, ma per comprarla. L'importante è essere rieletti.
Per un mutuo di 150 mila euro a cinque anni il tasso fisso è appena del 2,99 per cento, uno o due punti sotto quello di mercato.
Idem per un prestito: possiamo avere un tasso agevolato al 2-3 per cento».

Anche le prestazioni sanitarie sono rimborsate:
Monai dopo un incidente in cui ha distrutto una Mercedes ha ottenuto il rimborso di 580 euro di massaggi, e ammette che il Parlamento gli paga cinque giorni di cure termali l'anno.

I radicali hanno scoperto altri benefit: occhiali gratis, psicoterapia pagata, massaggi shiatsu, balneoterapia. Tutti servizi destinati a oltre 5.500 persone, tra deputati e familiari.
Alla Camera, poi, non si chiama mai il 118: ci sono anche alcuni infermieri nascosti tra gli scranni dell'Aula adibiti a "rianimare" il deputato nel caso si sentisse male. Costano al contribuente 650 mila euro l'anno.

Dopo una vita da nababbo, l'ex parlamentare o il consigliere non viene abbandonato dalla casta. L'assegno di fine mandato non si nega a nessuno, e il vitalizio scatta per tutti. Per prendere una pensione bastano cinque anni di mandato alla Camera o al Senato, (in media 6 mila euro a testa al mese), per una spesa che nel 2013 toccherà i 143,2 milioni di euro l'anno.
Tra le Regioni solo l'Emilia-Romagna ha abolito il vitalizio, tutte le altre non ci pensano nemmeno: così nel Lazio può accadere che gli ex e i trombati si prendano 4 mila euro al mese ad appena 55 anni.

Non male, in tempo di crisi.

LA CASTA | Carlo Monai © Riproduzione riservata

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