lunedì 21 dicembre 2009

nessun dubbio!!!!



Il capo del governo avrebbe confidato le sue intenzioni ai fedelissimi
«Staffetta tra il premier e Alfano»
Ma il governo smentisce Italia Oggi
Il quotidiano: Berlusconi pronto a cedere il testimone al Guardasigilli. Ma Bonaiuti: «Fiaba natalizia»

Angelino Alfano (LaPresse)
MILANO - «Berlusconi è rimasto choccato dall'episodio dell'aggressione subita al Duomo ed ora ha davvero paura di poter essere ucciso». Per questo, «è pronto a farsi da parte, a cedere il testimone del governo a un giovane da lui designato». Lo scrive "Italia Oggi", secondo il quale il successore designato sarebbe il ministro della Giustizia, Angelino Alfano.

LA CONFESSIONE - «Nel tardo pomeriggio dello scorso venerdì - afferma il quotidiano - il leader del Pdl ha comunicato ai suoi cinque più stretti collaboratori che era pronto a farsi da parte». «Il premier - prosegue "Italia Oggi" nel pezzo di apertura - ha ripetuto per ben due volte di essere intenzionato ad andare avanti nella nuova direzione e di voler far concludere la legislatura in corso a un primo ministro da lui indicato a Napolitano».

BONAIUTI: «FIABA NATALIZIA» - A smontare totalmente la tesi del quotidiano è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti: «È una fiaba natalizia. Queste fanfaluche in genere i giornali le raccontano a Ferragosto, questa volta è successo sotto le feste natalizie...». Bonaiuti, di rientro a Roma da Arcore parla di un Berlusconi «in piena forma, determinato e positivo», mentre le voci che lo danno per rinunciatario sono «totalmente false. Non c'è niente di vero. Berlusconi è, invece, determinato ad andare avanti. È sempre più pronto a impegnarsi per il bene del paese, come prima e più di prima, così come gli richiede la stragrande maggioranza degli italiani. È al lavoro, riceve decine di telefonate e pullman di persone».

22 dicembre 2009

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Alfano succederà al Cav. Presto
PRIMO PIANO
Di Edoardo Narduzzi
Lo ha confidato Berlusconi ai suoi fedelissimi riuniti ad Arcore dopo l'uscita dall'ospedale
Il premier è scioccato dall'aggressione. E teme il peggio
Nel tardo pomeriggio dello scorso venerdì, ad Arcore nella sua residenza privata dove nel 1993 è iniziata l'avventura politica di Forza Italia, Silvio Berlusconi potrebbe aver scritto una parte importante della storia della cosiddetta seconda repubblica. Al termine del primo giorno post ospedaliero e dopo una settimana di intense riflessioni, il leader del Pdl ha comunicato ai suoi cinque più stretti collaboratori riuniti a casa sua che era pronto a farsi da parte. Berlusconi è rimasto scioccato dall'episodio dell'aggressione subita al Duomo ed ora ha davvero paura di poter essere ucciso. E di morire il Cavaliere non ha alcuna voglia.
Quindi è pronto a farsi da parte, a cedere il testimone del governo a un giovane da lui designato. Questa, la possibilità di designare il suo successore, pare sia l'unica vera condizione che il Cavaliere ponga, in primis su tutti al presidente della repubblica Giorgio Napolitano, per trarre definitivamente il dado e rinunciare a palazzo Chigi.
Se Napolitano accettasse lo schema di gioco che il Cavaliere ha in testa, allora il prossimo inquilino i palazzo Chigi diventerebbe Angiolino Alfano. L'attuale ministro di grazia e giustizia e ormai come un figlio per Berlusconi che lo ha “ospitato” ad Arcore negli ultimi anni. Lo stima e di lui si fida anche perché sempre Alfano si ritroverebbe da premier a gestire la partita riforma della giustizia. Ascoltandolo i suoi fedelissimi sono un po' stati presi in contropiede dal nuovo scenario prospettato dal Cavaliere, tanto che Gianfranco Miccichè per ben due volte ha chiesto al leader se il dado era già tratto o se si trattasse di una semplice intenzione, di un desiderata da portare a maturazione col tempo magari nella prossima legislatura.

Ma il premier ha ripetuto per ben due volte di essere intenzionato ad andare avanti nella nuova direzione e di voler far concludere la legislatura in corso ad un giovane primo ministro da lui indicato a Napolitano.

Il Cavaliere che si fa da parte è un autentico ribaltone nelle dinamiche della politica italiana. Toglie di mezzo la strategia della tensione ad oltranza che alcune forze politiche hanno da tempo deciso di perseguire. Fa uscire di scena il problema mai risolto del conflitto di interessi. E, soprattutto, sgombera il campo delle relazioni internazionali dalle semplicistiche accuse troppo spesso rivolte all'Italia. Berlusconi, infine, affiderebbe la guida del paese alla generazione dei politici quarantenni da lui selezionata e già portata al governo.


Taglierebbe definitivamente i legami con il passato e la stagione dei vecchi partiti per aprirne una nuova nella quale lui vorrebbe protagonisti accanto ad Alfano altre giovani ministre come la Brambilla e la Gelmini. E un vicepremier forte nella figura di Giulio Tremonti, il matador dello scudo fiscale e della recessione.
Se quello comunicato da Berlusconi ai suoi fedelissimi non è un ballon d'essai ma una autentica decisione personale, allora il presidente Napolitano farebbe bene a dare seguito alle intenzioni del Cavaliere.
Stavolta il premier sta agendo da autentico statista, anteponendo in qualche modo gli interessi del paese ai suoi. Ma chiedere di poter designare il proprio successore per un leader politico con il consenso e la forza politica di Berlusconi è una pretesa quasi scontata. Il compromesso minimo che con il fondatore del Pdl va cercato e raggiunto. Adesso che la ripresa economica sta prendendo slancio, se l'Italia trovasse anche un duraturo equilibrio politico di legislatura non permanentemente conflittuale, potrebbe essere il giusto cambio di passo per lasciare crisi e paure dietro le spalle.

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