martedì 17 novembre 2009

L'IMBROGLIO ITALIANO

UN PASSATO SEMPRE PRESENTE


ONORE AL MERITO E AL SACRIFICIO.
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Istituzioni calpestate di Antonio Padellaro


Non si era mai visto il presidente del Senato diventare il portavoce del presidente del Consiglio. Non si era mai visto neppure nei momenti più cupi della lunga anomalia italiana chiamata Berlusconi. Perfino quando a Palazzo Madama sedeva Marcello Pera, che pure di concessioni al capo ne ha fatte tante. Non si era mai vista la seconda carica dello Stato farsi latore di un messaggio politico ricattatorio destinata alla terza carica dello Stato. Perché la frase: “Se la maggioranza non è compatta è meglio andare al voto” è un pizzino dal significato chiarissimo. Schifani fa da postino ma chi parla è Berlusconi. Più o meno così: caro Fini piantala di contraddirmi su tutto, sottoscrivi il processo breve che mi assicura l’impunità, rientra nei ranghi, ubbidisci, altrimenti io butto il tavolo per aria, così la poltrona di Montecitorio te la scordi e di te resterà solo il ricordo del missino che ho miracolato. Non è forse questo il cortese messaggio che viene indirizzato al povero Gianfranco dalle colonne padronali del Giornale di Feltri un giorno sì e l’altro pure? L’uomo di Arcore ci ha abituati a tutto ma che facesse balenare attraverso un suo sottoposto lo scioglimento delle Camere, scavalcando e ignorando il presidente della Repubblica a cui la Costituzione affida esclusivamente questo potere, nessuno davvero poteva immaginarlo. Troppa protervia? O troppa disperazione?



IL PROCESSO BREVE.....?????? LA PRESCRIZIONE A BREVE.

di Ferdinando Imposimato
[13/11/1009]

La legge sulla prescrizione breve apparentemente tende a realizzare il principio della ragionevole durata del processo penale, in attuazione dell'art 111 della Costituzione.
Ma così non è.
Essa non accelera i tempi del processo: non è prevista alcuna riforma organizzativa o legislativa, come una nuova distribuzione territoriale dei Tribunali (che risale a 150 anni fa), il loro potenziamento con cancellieri e segretari, la eliminazione degli uffici inutili, lo snellimento delle notifiche.

La legge, invece, avvantaggia i delinquenti più pericolosi e punisce i più deboli. Ledendo il principio di legalità (art 25 Cost) e di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge (art 3 Cost); sicchè, con il pretesto di abbreviare i tempi del processo, la legge crea una specie di impunità per i responsabili di delitti gravissimi. Essa prevede, infatti, la estinzione dei reati – prescrizione- puniti con una pena fino a 10 anni, se uno dei tre gradi del processo durerà più di due anni. Siccome per quasi tutti i reati di corruzione e le truffe colossali in danno dei risparmiatori,- i bond Cirio e i titoli argentini, con miliardi di euro bruciati, le bancarotte, il riciclaggio e il falso in bilancio-, le istruttorie dibattimentali sono lunghe e complesse coinvolgendo paesi stranieri, rifugio dei soldi sporchi, i due anni di un grado del processo saranno sempre superati.

E si estingueranno i processi Mills e Mediaset contro il premier.

E le frodi Parmalat e Cirio contro squali della finanza e politici corrotti.

Non solo. Saranno prescritti gli omicidi colposi commessi da criminali imprenditori ai danni di migliaia di operai morti per amianto (Eternit) o violazione delle norme sulla sicurezza (Thyssen). Per colmo dei colmi, non beneficeranno della legge gli immigrati clandestini- come ha chiesto la lega- e i recidivi; sicchè i condannati per un furto al supermercato saranno processati e puniti, mentre corrotti e corruttori, peculatori di pubblico denaro per milioni di euro, speculatori selvaggi, devastatori dell'ambiente e truffatori internazionali si salveranno.

E continueranno a delinquere. La legge è coerente con una politica criminogena fondata sulla depenalizzazione dei falsi dei bilanci, sulla legittimazione dei fondi neri, sui condoni, sulle evasioni fiscali, sulla legge ex Cirielli che prevedeva la prescrizione breve di delitti gravissimi.

Il disegno di legge sulla prescrizione dovrebbe essere censurata dal Capo dello Stato per palese incostituzionalità. Essa, inoltre, è emanata in una situazione di grave e intollerabile conflitto di interessi in cui versa il premier, che mira non al bene comune ma al proprio interesse personale.



Una legge sul conflitto di interessi che il presidente della Repubblica, come garante della Costituzione, e l'opposizione, organo della sovranità popolare, devono perseguire costantemente.





La legge sulla prescrizione breve lede il principio di legalità (art 25 Cost) e di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge (art 3 Cost).

Essa non accelera i tempi del processo, ma avvantaggia i delinquenti più pericolosi e punisce i più deboli.





News > Politica > L'acqua in mano ai privati. Il decreto alla Camera.
Ma la piazza organizza la protesta
Pdl: ''L'articolo 15 è il frutto della mediazione già realizzata al Senato''
L'acqua in mano ai privati.
Il decreto alla Camera.
Ma la piazza organizza la protesta
ultimo aggiornamento: 16 novembre, ore 18:33
Roma - (Adnkronos) - Sbarca a Montecitorio la legge sugli obblighi comunitari, che contiene l'articolo 15 sulla privatizzazione della gestione idrica. Il Pdl insiste 'niente stralcio'. L'Idv: ''Norma gravissima'' e il Fime (Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua) '
'L'acqua è un diritto umano'' e indice una manifestazione nazionale (VIDEO). Costi sempre più alti: Toscana in pole,. Presidente 'Molise acque': no alla privatizzazione
Roma, 16 nov. - (Adnkronos) - Approda oggi alla Camera per la discussione generale il decreto legge sugli obblighi comunitari, che contiene anche l'articolo 15 sulla privatizzazione della gestione dell'acqua (VIDEO). Sulla richiesta di stralcio dell'articolo la maggioranza non intende assolutamente fare marcia indietro. Chi sperava che il sit in dei giorni scorsi davanti Montecitorio faccese cambiare idea all'esecutivo si sbagliava e lo stesso vale per il continuo tam tam che prosegue su facebook: la maggioranza ribadira' un secco 'no' allo stralcio anche in Aula.

"Abbiamo detto no in commissione e lo ribadiremo in Assemblea - scandisce all'ADNKRONOS la relatrice del provvedimento Anna Maria Bernini (Pdl) - In primis, perché nell'articolo in questione è contenuta una riforma dei servizi pubblici locali che riteniamo un modello molto soddisfacente di adeguamento alla normativa europea. In secondo luogo perché l'articolo 15 è il frutto della mediazione già realizzata al Senato in prima lettura".

L'Italia dei Valori intanto si prepara a denunciare "la gravità della norma sul servizio idrico". "Spiegheremo - annuncia Domenico Scilipoti - quali effetti comporterà la privatizzazione definitiva dell'acqua, perché - rimarca - è di questo, nei fatti, che si tratta". Ma per il parlamentare dell'Idv non è solo sbagliato il modo in cui l'articolo 15 disciplina il settore dell'acqua, ma anche il fatto che il governo abbia scelto di intervenire senza tenere "minimamente in considerazione che esiste una proposta di legge di inizitiva popolare firmata da ben 500mila cittadini e che chiede la ripublicizzazione del servizio idrico. Sarebbe stato giusto portarne avanti l'iter". Spero comunque che governo e maggioranza riflettano e stralcino l'articolo 15 in Aula perché l'acqua "non può essere trattata come una merce. Senza - scandisce - non si vive".

La battaglia, però, non finirà all'indomani dell'approvazione del decreto perché la società civile si sta già 'tirando su le maniche' per obbligare il governo a non lasciare l'acqua ai privati. A mettere in piedi i tasselli della lotta a difesa di questa preziosa risorsa, c'è, in particolare, il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, nato nel 2005 dalla decisione assunta da diverse realtà sociali di ritrovarsi per rendere più incisive le lotte in difesa dell'acqua facendola diventare una vertenza nazionale.

E' il segretario del Forum, Paolo Carsetti, a tessere il mosaico che punta a smontare l'impalcatura che, dalla legge Galli in avanti, sta convertendo l'acqua in una merce con tutte le coseguenze del caso. "Stiamo raccogliendo in tutta Italia e con successo - fa sapere all'ADNKRONOS - le firme affiché venga presentata presso ogni comune una delibera di iniziativa popolare in cui si afferma che l'acqua è un diritto umano e, di conseguenza, il servizio idrico non e' un servizio pubblico di rilevanza economica. Fatto da cui discende che la competenza sull'acqua è solo ed esclusivamente degli enti locali. Presentata la delibera - spiega Carsetti - il consiglio comunale e' tenuto a discuterne e, se approvata, obbliga alla scrittura di una norma che, in sostanza, affida l'acqua all'ente locale che la gestisce non in forma di Spa ma di ente di diritto pubblico, quindi senza dover soggiacere alla 'legge degli utili'".

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